A chi tanto e a chi niente. (Per esprimere genericamente una disuguaglianza rilevante).
A piangere il morto sono lacrime perdute. (Chi piange il morto sa bene che quest’ultimo non potrà più tornare in vita e se ne dispera. Le lacrime non sono mai perdute, sono lacrime e basta; quando non si può ovviare ad un inconveniente).
A meraviglia. «NGÈ GHIÙ-T A CIAMBÌELL» = combacia perfettamente.
In un coppette di carta lungo e stretto vi entra poco pepe. (È inutile tentare di spiegare ragioni a chi non è in grado di comprenderle).
Ha fatto sugna a non finire. (S’è arricchito in maniera smodata).
A figliastri, generi e nipoti, quello che dai è tutto perduto. (Non sembra giusto, però, generalizzare questa affermazione).
A febbraio ogni uccello trova la sua anima gemella. (Tra febbraio e marzo s’incontrano a coppie gli uccelli e incominciano a frequentarsi).
A Giffoni, sono più gli agnelli che i montoni. (Muoiono più persone giovani che anziane, secondo una lontana statistica).
All’altro mondo saremo tutti uguali. (Forse).
Con ritmo, «VÀ-I A LA BÒTTA» = batte (balla, lavora, si muove) seguendo un certo ritmo che spesso è incalzante.