CÀP R C’CCÒ-N

Dovrebbe essere una testa con collo d’uomo in legno intagliato che a Carne­vale sormontava il fantoccio da portare in corteo per le vie del paese e, dopo la festa, veniva riposta in un trappeto per essere usata l’anno seguente.

CÀP R MÒRT

Teschio coi due femori incrociati sia come indicazione di pericolo di morte che come simbolo della transitorietà di tutto ciò che è terreno.

CAP-PÙRP

Saltimbanco, il più gradito e il più abile dei teatranti nomadi, dopo il capocomi­co che a sua volta era la più alta espres­sione artistica, nonché amministrativa del gruppo.