Chi ha visto morire deve veder pure nascere. (È giusto che si assista alla fine, ma che si veda anche l’inizio, di una vita).
Chi ha smarrito?… un prosciutto… (Credendo di adempiere scrupolosamente un dovere civico, la persona che ha trovato un prosciutto abbandonato va in giro gridando la prima parte ad alta voce e la seconda con voce afona, per ovvi motivi).
Chi burla rimane burlato. (Se la burla è uno scherzo che si fa senza intenzione di offendere, ma per ridere e per far ridere, burla va e burla viene).
Chi uccide cani e gatti, non ha guai e se li procura. (Si crede che per questo «peccato» si dovrà poi espiare un lungo periodo di purgatorio).
Chi domanda non fa errori. (Chi chiede informazioni e spiegazioni, non può sbagliare) [Vedi: «CHITÈ-N LÈNGAVÀI NZARDÈGNA»]
Chi sbadiglia vale poco: o per fame, o per sete o per sonno, dicono. Se avessi mia moglie accanto mi passerebbe fame, sete e sonno. (Si sbadiglia anche per noia).
Chi amministra, «amminestra». (Nel senso che pensa anche per sé e per i suoi).
Chi apprezza, compra. (Chi disprezza, cioè disistima, vuol comprare, ma per qualche motivo molto pratico non può e non compra).
Chi racimola, pure vendemmia. (Chi raccoglie i racimoli d’uva lasciati inavvertitamente da vendemmiatori, pure fa la sua vendemmia, così come la spigolatrice che raccoglie le spighe di grano lasciate sul campo dai mietitori, fa la sua mietitura).
Contro chi deruba il proprio confidente si rivoltano anche le pietre della strada. (Per confessore si deve intendere la persona che si è confidata, magari svelando ogni segreto della propria attività).